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BONUS EDILIZI PER LA CASA: il taglio per colpa del Superbonus. Al 36% dal 2025 e al 30% dal 2028

  • Immagine del redattore: Daniele Micheloni
    Daniele Micheloni
  • 13 mag 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 21 mag 2024


Superbonus e bonus casa, nuova stretta in arrivo.


Con l’emendamento presentato in sede di conversione del DL n. 39/2024, vengono messe nero su bianco ulteriori disposizioni volte di fatto a limitare l’utilizzo in compensazione dei crediti fiscali maturati.

Non c’è solo la ripartizione obbligatoria in 10 anni, ma anche il divieto di cessione per le singole annualità, dando di fatto un “colpo di grazia” agli incapienti.


L’obbligo di ripartizione del superbonus in 10 anni riguarderà anche il bonus barriere architettoniche e si allungheranno di fatto le tempistiche previste per cittadini e imprese ai fini del recupero del credito d’imposta maturato.

Non è però questa l’unica novità contenuta nel testo dell’emendamento del Governo, fortemente voluto dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

La nuova stretta che si appresta a prendere forma nell’ambito dei lavori per la conversione in legge del decreto n. 39/2024 investe in generale tutti i bonus casa.

In particolare, tra le modifiche targate MEF vi è il divieto di cessione delle singole annualità delle detrazioni maturate a fronte dei lavori eseguiti. Una novità che rischia di penalizzare ancora una volta, e questa volta in via definitiva, gli incapienti che non sono riusciti a cedere in toto le rate dei bonus casa e del superbonus maturato.


La questione si lega anche al blocco della comunicazione di cessione del credito, con il venir meno della possibilità di remissione in bonis entro il 15 ottobre prossimo.

Chi entro lo scorso 4 aprile non è riuscito ad individuate cessionari intenzionati all’acquisizione delle somme, dovrà spalmare la totalità delle rate di detrazione nelle prossime dichiarazioni dei redditi e non potrà quindi valutare di anno in anno se cederle, anche alla luce della capienza o meno del bonus nell’IRPEF dovuta.


La stretta però non si ferma qui e guarda anche al futuro: si va verso un bonus ristrutturazione slim dal 2028: la percentuale di detrazione spettante calerà al 30%, contro il 50% previsto ad oggi.

Ora con l’intervento contenuto nell’emendamento dal Governo finisce sotto la scure anche l’agevolazione base per le ristrutturazioni, che attualmente vale poco meno di 9 miliardi di detrazioni, stando alle ultime statistiche sulle dichiarazioni presentate nel 2023.

Per questo bonus, infatti, si materializza un inatteso taglio, anche se a partire dal 2028. Da quell’anno e fino al 2033 l’agevolazione non sarà più del 36% ma del 30. Attualmente lo sconto è del 50% fino al 31 dicembre di quest’anno, e salvo proroghe il 36 per cento previsto dal 2025 a regime, stando a quanto previsto dall’articolo 16-bis del TUIR, mentre Ecobonus 50% prevende scadenza naturale a fine 2024.


Ennesimo caos normativo che non fa bene al mercato ne alle finanze pubbliche, in attesa del prossimo Decreto Legge.

 

  

Daniele Micheloni

 
 
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